La Cassazione – con ordinanza dell’11 settembre 2023, n. 26248 – ha chiarito che, qualora il datore di lavoro ometta di versare i contributi previdenziali, non esiste un’azione giuridica, a favore del lavoratore, volta ad ottenere la condanna dell’INPS alla regolarizzazione della sua posizione contributiva.
Al riguardo, la Suprema Corte ha precisato che il lavoratore in questione può percepire dall’Istituto previdenziale la costituzione di una rendita vitalizia reversibile come risarcimento, pari alla quota di pensione che spetterebbe in relazione ai mancati versamenti.
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